
In occasione dell’odierna Festa (un po’ malinconica) del Lavoro (che forse non c’è) nelle piazze (vuote), dedichiamo questa pagina alle origini, la conquista delle 8 ore lavorative, e le successive tenaci battaglie che si sono dovute fare per mantenere le conquiste di dignità che man mano i movimenti socialisti arrivavano a conquistare, a partire dallo stesso luogo di inizio dove, già solo diciannove anni dopo nel Maggio del 1886, ci fu la “Rivolta di Chicago”, culminata il 4 Maggio con bombe, morti e feriti.
L’evento è ricordato e commemorato dal monumento:
Haymarket Martyrs Monument Rededication che cita sul suo basamento:
“Verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più potente delle voci
che voi state strangolando oggi
Il nostro Gian Franco Nasi è stato ispirato da questo 1° Maggio così insolito, condizionato dalla cosiddetta pandemia e dal futuro incerto che questa lascia intravedere, e ci ha regalato questa genuina “sirudèla arşana“, composta ad impromptu per l’occasione.
La vèta l’è un valşer
Mó che stran prém ed magg
per fer festa agh vol córagg!
an gh’é srà gnan ‘na sfiléda
un concert, ‘na scampagnéda.
L’é du meis ch’an s’lavora
in dal fabrichi e in dla scola
e an ghé pió ristorasiòun
tótt in càsa integrasiòun.
Un bagaj cichin, rotònd
la fermē, canaja, al mònd
basta viaš, divertimèint
cun i fiô, amigh, parèint.
E per tant l’é stēda péš
che in ēteren sran in pèš
s’cianchē via da j só afèt
Da stē brot virus maledèt.
E al bèl al gh’a da gnir:
As prà ancóra ripartir?
fêr girer l’economia
anch per qui che gh ‘n’an mia?
Tótt e dišèn ch’jóm capi
che al mònd al va inverti
d’aiuter e gh’óm bišògn
qui che n’gh’an pió un nom.
Mó sajòm cme l’é la storia
fini la paura fini la memoria
chi agh n’a gh’n arà di pió
e per chi ēter viva Gešò!
Dai, incô l’é al prém ed magg
Festegiòm ad côr al córagg
Ed tótt j Ospedél i lavoradór
vèira Gran Cavalèr dal Lavór !
G.F. Nasi, 29/4/2020
La vita è un valzer
Ma che strano primo Maggio:
per far festa ci vuol coraggio!
non ci sarà neanche una sfilata
un concerto, una scampagnata.
È due mesi che non si lavora
nelle fabbriche e nella scuola
e non c’è più ristorazione
tutti in cassa integrazione.
Una cosina piccola, rotonda
ha fermato, canaglia, il mondo
basta viaggi, divertimenti
con i figli, amici, parenti.
E per tanti è stato peggio
che in eterno saranno in pace
strappati via dai suoi affetti
Da sto brutto virus maledetto.
E il bello deve ancora arrivare:
Si potrà ancora ripartire?
far girar l’economia
anche per quelli che non ne hanno?
Tutti ci dicono che abbiamo capito
che il mondo va invertito
d’aiutare abbiam bisogno
quelli che non han più un nome.
Ma sappiamo come é la storia
finita la paura finita la memoria
chi ne ha ne avrà di più
e per gli altri “Viva Gesù!
Dai, oggi è il primo Maggio
Festeggiamo di cuore il coraggio
di tutti i lavoratori degli Ospedali
veri Gran Cavalieri del Lavoro !
Il nostro P. Gibertini ci porta per contrasto un’immagine iconica del Maggio Francese, 1968 – Cento anni dopo il primo 1° Maggio -, quando la (meglio ?) gioventù di tutt’Europa portò nelle piazze i sogni e le utopie di tutta una generazione.
Una delle parole forti di quel periodo è stata:
La Libertà non viene data, la Libertà si prende !

Ed una vera e propria “chicca” dello stesso 1968 ci viene condivisa dal nostro R. Gualerzi.
Si tratta di un’opera del 1968, tirata in 100 esemplari – di cui uno di proprietà del Gualerzi stesso – dall’ artista cecoslovacco Milan Knizak, della corrente artistica FLUXUS, realizzata a Reggio Emilia dalle Edizioni Pari&Dispari di Reggio Emilia.

Oltre all’ovvio collegamento con il “sapore” dei Primi Maggio di quegli anni, Rolando Gualerzi coglie lo spunto per ricordarci che le Edizioni Pari & Dispari di Reggio Emilia ha rappresentato un’eccellenza artistica, attraverso la sua creatrice Rosanna Chiessi, venuta a mancare 3 anni fa, e che ha reso famosa Reggio Emilia e Cavriago nel mondo, per oltre quarantanni perché dalle case di Rosanna sono passati e hanno portato le loro opere e performances quelli che poi sono diventati famosi artisti dell’arte contemporanea, a partire dagli anni’60.
Vedi qui la storia di Rosanna Chiessi e dell’archivio che ne è seguito
http://www.pariedispari.org/la-storia-dellarchivio-paridispari
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Complimenti un gran bel lavoro di memoria che ci riporta alla mente cose dimenticate e ai più neppure note.
Grazie Luciano, è stata l’atmosfera strana del primo Maggio attuale che ci ha fatto pensare alle origini ed a ricollegarci ad esse, che come giustamente dici, ai più non sono note.
Grazie , mi è piaciuto moltissimo . Il dialetto è la voce dell anima lo scritto la traduzione l enunciato… e la storia. Complimenti
Grazie Daniela, per la piccola testimonianza che abbiamo voluto portare ogni complimento è un incoraggiamento.