Onore al ruolo femminile

Nel commemorare questo 25 Aprile prendiamo spunto dalla Medaglia della Liberazione conferita a Giacomina Castagnetti, per esprimere la nostra riconoscenza a tutte le donne che hanno partecipato alla Resistenza, ma ancor di più per quello che hanno saputo costruire in seguito, quando è stata ora di rimboccarsi le maniche e di “fare“.
(Qui sopra la Medaglia nelle mani di Giacomina Castagnetti, nella bella foto di Simone Aprile, dal libro ALBUM REGGIO EMILIA di Sabine Lingenauber)

Ringraziamo Carla Maria Nironi per averci fornito la monografia ALBUM REGGIO EMILIA, della professoressa Sabine Lingenauber dell’Università di Fulda (D), pedagogista specializzata sull’insegnamento nelle scuole e nidi dell’infanzia, con già all’attivo diversi libri pubblicati tra cui il principale: Introduzione alla pedagogia reggiana (Einführung in die Reggio-Pädagogik).
La professoressa Lingenauber, convinta sostenitrice del Reggio Emilia Approach, la filosofia educativa diventata punto di riferimento nel mondo, ha sentito l’esigenza di “una ricerca sul contributo delle donne all’origine del progetto, dando voce agli ultimi testimoni femminili ancora in vita” e “renderli visibili come soggetti di processi storici nel contesto dell’epoca”.

Riportiamo dalla prefazione alla monografia scritta dalla Lingenauber:
Le narrazioni delle donne intervistate “testimoniano gli eventi da ricordare. Dimostrano quanto, partigiane e cittadine prima, ed assessori, esponenti politiche e consigliere comunali e provinciali poi, influenzino la nascita di una nuova forma di pedagogia, dalla Resistenza attraverso il movimento femminile, fino ai giorni nostri”
Dalle interviste raccolte nella monografia

“Noi eravamo a meno di 100 km dalla linea gotica, e i tedeschi ci requisivano tutto per il sostentamento del fronte” […] “Le donne a Reggio sono insorte prima ancora dei partigiani. A viso scoperto siamo andati ad aprire i portoni dei consorzi dove c’era il grano, perché venisse dato ai bambini”.
(Giacomina Castagnetti)
“Era tanta la necessità di avere questi asili dell’infanzia che nascevano anche con solo l’idea delle donne ad un certo punto [1945] […] Si raccoglievano soldi facendo delle iniziative, vendendo dei polli, magari facendo una festa; tutto andava per l’asilo”.
(Giacomina Castagnetti)

“E così sono rimasta all’interno dei primi Gruppi di Difesa della Donna” [GDD]. “Abbiamo cominciato ad elaborare la politica di rivendicazione di quelle che potevano essere le richieste anche delle donne ” […] “Era una provincia prevalentemente agricola e analfabeta. […] Ma è una popolazione, quella reggiana, solidale, ha bisogno di manifestare e in modo particolare mano a mano che il fascismo incideva in modo brutale sulla popolazione”.
(Lidia Greci)
“Con la costituzione dei Gruppi di Difesa della Donna, anche se c’era il nazifascismo, comincia con l’ 8 Marzo la prima manifestazione di donne, siamo nel 1944, le donne reggiane hanno riempito le piazze per chiedere pane e pace; questa è stata una grossa manifestazione e hai avuto il senso di come poteva essere partecipata la lotta […] e di come questa presenza di donne ha dato il senso di una potenza”.
(Lidia Greci)
“C’è stato un momento importantissimo quando sono nate le scuole comunali dell’infanzia di partecipazione popolare, quello è stato il punto ! Altrimenti non le avremmo fatte, non le avrebbe fatte Masini, e non le avrebbe fatte Malaguzzi e nemmeno io come assessore […] perché c’è stata questa spinta di popolo, cose meravigliose, piccoli fatti che davano proprio il senso di questo amore per volere una cosa. Sono nate così, infatti a Parma e Modena non ci sono così perché non c’è stato questo movimento propulsivo e questa partecipazione”.
(Lidia Greci)

“L’asilo dell’infanzia di San Maurizio è nato così […] c’era una maestra d’asilo , Dea Bellelli, e ha detto ‘Perché non ci troviamo in cooperativa? A San Maurizio c’è la casa dell’Ariosto dove lui scriveva i suoi poemi, la Dea Bellelli ha detto ‘Troviamoci un gruppo di donne per vedere se possiamo aprire un asilo dell’infanzia e se volete io faccio la maestra anche volontariamente'[…] Cerchiamo di andare dentro la casa dell’Ariosto che era vuota, c’era un custode a far niente. Non era un museo ancora, parliamo dei primi mesi dopo la liberazione. L’asilo d’infanzia San Maurizio ha aperto nell’estate del 1945”.
(Loretta Giaroni)

Un giorno [1969] abbiamo fatto un questionario. L’ho pensato io perché ne avevo fatto già un altro per i centri di salute della donna […] L’ha stampato mio marito con il ciclostile, e l’abbiamo diffuso nelle famiglie. Chiedevamo avete un bambino? Compilate questo questionario. Casa per casa, scala per scala […] abbiamo raccolto circa 500 questionari. E il 94% voleva la scuola dell’infanzia perché ne aveva bisogno. […] Avevamo pensato alla Villetta, adiacente alla casa di riposo dell’Ospizio, ma c’erano molti problemi. […] Allora noi un giorno abbiamo deciso di occupare la casa, abbiamo fatto un’assemblea che saranno state 400 persone e abbiamo deciso che il giorno dopo avremmo occupato La Villetta. [Municipalizzata poi l’anno successivo]
(Carla Maria Nironi)
I primi asili del popolo a Reggio Emilia
1945 | ASILO VILLA MASONE | |
1945 | ASILO SAN MAURIZIO | |
1945 | ASILO VANDINA SANTINI | Santa Croce (Attuale Caserma CC) |
1945 | ASILO IDIO VINCETI | Roncina |
1945 | ASILO MARTIRI DI SESSO | |
1945 | ASILO CAMILLO PRAMPOLINI | Massenzatico |
1946 | ASILO DON PASQUINO BORGHI | Pieve |
1946 | ASILO SAN PROSPERO STRINATI | |
1946 | ASILO DI VILLA CELLA |

Col nostro augurio più fervido che anche questi ricordi siano passaggio di testimone della forza e determinazione delle donne reggiane alle donne reggiane.
Foto di Simone Aprile, da: ALBUM REGGIO EMILIA
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Non sapevo degli asili del popolo,grazie,come sempre siete fantastici!
Grazie cara Silvia per i tuoi complimenti, e per seguire con affetto questo nostro sito.
E’ impressionante come tutto fosse più semplice, o forse no, comunque molto più alla portata di ogni cittadino. Pensate fare oggi un sondaggio nelle case… col ciclostile… e la liberatoria??? Occupare la Villetta e vederla municipalizzata un anno dopo… mentre a Roma si sgombera il centro nevralgico della cultura a S. Lorenzo, al pari di un covo di fascisti. Un altro mondo… dove c’è molto da ricercare e da ritrovare.