Festa della Mamma 2020

Maternità Matilde – 2007 – Bronzo cm.53 – Opera del Pittore Scultore Guastallese Mario Pavesi
https://www.mariopavesi.it/

Per la celebrazione di questa giornata abbiamo scelto 2 opere a tema di due artisti Reggiani, il Pittore-Scultore Guastallese Mario Pavesi ed il Poeta e Saggista Reggiano Luciano Serra. MEDRI

MÊDRI  MÊDRI

Mêdri mêdri, pansi infiêdi e avèrti,
sbraj a la lûs e lât e sêl –
mêdri mêdri êlti in séma al schèl
dal tèimp –
mêdri mêdri duluròus e tènder
nâser ed l’òm,
aria acva tèra fōgh,
quînt elèmeint dal zōgh
dal mònd –
mêdri mêdri spîrit ed la lûs.

Luciano Serra *
da: E tòtt i dé la lûs

MADRI MADRI

Madri madri, pance gonfie e aperte,
grida alla luce e latte e sale –
madri madri alte sulle scale
del tempo –
madri madri doloroso e tenero
nascere dell’uomo,
aria acqua terra fuoco,
quinto elemento del gioco
del mondo –
madri madri spirito della luce.



* Luciano Serra (1920 –2014):  Poeta, scrittore e saggista reggiano, amico di Pier Paolo Pasolini e di Silvio D’Arzo, autore di poesie in lingua e in dialetto. Fu tra i fondatori della rivista il Mulino e collaboratore per molti anni della rivista Reggio Storia.

Poesia in dialetto recitata dalla nostra Brunetta Partisotti, con sottofondo musicale da Kitaro – The Light of the Spirit

La nostra Brunetta Partisotti per questa ricorrenza ha scelto di condividere la poesia di Giuseppe Ungaretti, La Madre, che abbiamo a più mani “declinato” nel nostro Dialetto Reggiano, lasciando il missaggio definitivo a Brunetta, che si è prestata anche alla recitazione.

LA MADRE

E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

Giuseppe Ungaretti 1930
da: Sentimento del Tempo

LA MADRE

E quând l’ùltom bâter dal cōr
l’arà fât caschêr al mur d’ombra
per purtèrom, Mèdra, fin al Sgnōr,
c’me na volta t’um darée la man.

In snočč, decisa,
c’me te vdīva bèle
acsé da viva,
na’ statua davanti a l’Etēren.

Coi brâs alvée, tarmànt,
come quand t’é morta:
Sgnòr sun ché.

E sol quând al m’avrà perdonē
at tgnirà la voja ed guardèrom.

T’arcordarē d’avèirom aspetē tânt
e in ti očč solameint un sospīr.



La Poesia in dialetto recitata dalla nostra Brunetta Partisotti, con sottofondo musicale dal Notturno opus 9 n°1 di F. Chopin

Il nostro Rolando Gualerzi ricorda a tutti che “idealmente” la Madre di tutti può essere considerata Madre Teresa, e condivide la poesia delle stessa Madre Teresa, “Dedicato alle Donne”.

DEDICATO ALLE DONNE

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli
diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni.
Però ciò che è importante non cambia; la tua forza e la tua
convinzione non hanno età. Il tuo spirito è la colla
di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un`altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite … insisti anche se tutti
si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!

Anjezë Gonxhe Bojaxhiu
Madre Teresa di Calcutta

DEDICHÉ A CAL DÒNI

Arcordèt sèimper che la pèla la fa al rûghi, i cavî
dvèinten biânch, i dé dvèinten ân.
Però còll che  cûnta daboun al cambia mia: la tó forša e la tó
cûnvinsiòun an gh’àn mia etē. Al tó špirit l’é la còla
ed tótt al traledi.
Drêda a ogni traguérd a gh’é ‘na lénia ed partéinsa.
Drêda a ogni sucèss gh’é n’êtra delusiòun.
Fin a quând t’é viva, seintèt viva.
S’at manca còll che t’fêv, tornel a fèr.
An viver  mia ed fotografei insalidi… insést ânch se tótt
s’aspèten che t’lês stèr.
An lâser mia ch’al fèr che gh’é in té al rûsnésa.
Fa in manéra che al póst dla cumpasiòun at pòrten dal rispèt.
Quând per j ân t’an pré pió  córer, camina svèlta.
Quând t’an pré pió caminer svèlta, camina.
Quând t’an pré pió caminer, drôva al bastòun.
Però an fermerèt mai.


Il nostro Gian Franco Nasi per l’occasione condivide con tutti noi quella che lui steso definisce “l’unica vera poesia in Italiano” che ha composto, quando la nuora era in dolce attesa del primo figlio.

A mia nuora, in attesa

Camminiamo vicini nel parco
in una fredda mattina di marzo.
I vostri discorsi di madri
in silenzio ascolto
e guardo, guardo
il tuo volto.

Sei serena
nella tua gravidanza
con un sorriso negli occhi
di assoluta speranza

Dolcemente, dolcemente
ti lasci stupire
da questa  vita
imminente.

Ed un volto cerchi di dare
ad un figlio che senti già
infinitamente di amare.

Già lo senti
attaccato al tuo seno
già per lui stai provando
la gioia di tanto impegno.

Ma i giorni ti san troppo lenti:
puoi solo, adesso, cullare
il trepido sogno
di essere madre.

Passerà questo tempo
di attesa infinita
poi una folata di vento
porterà nuova vita.

Rientriamo infreddoliti dal parco
aspettando felici
il giorno del parto.

Gian Franco Nasi, Roma, marzo 2005


Il nostro Paolo Gibertini dedica invece a tutte le Mamme i versi cantati da F. De André che ci ricorda giustamente che le mamme sono madri per sempre.


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3 commenti

  • Ho avuto compagni di scuola (quindi non scelti) che si sono rivelati amici “dentro” DA 60Anni!!!

  • Bravo Luciano, sei stato certamente fortunato, ma anche tu “ci avrai messo del tuo!” Un tempo si diceva cosi.

  • Poca roba ma “Ogni mouschina la dà al so psigh!” Ti aspettiamo volentieri con una tua anche piccola collaborazione!!! Ciao Grazie

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