Giornata Mondiale della Poesia

La Poésèia l’è quand un Sentimèint al câta al sō Pinser
e quand cal Pinser lè al câta al sō Paròli

Liberamente tratto da Robert Lee Frost

21 Marzo 2021
In tutti noi scatta qualcosa in occasione del 21 Marzo, sappiamo che finalmente inizia la primavera … Ma ci SBAGLIAMO !
Viviamo infatti nel secolo in cui gli Equinozi arrivano il 20 del mese (2008 – 2102), pertanto la primavera è arrivata ieri.
(per chi volesse saperne il motivo vedi qui ►)

Possiamo così indisturbati, e senza timore di disturbare nessuno, dare spazio ad un altro appuntamento significativo per questa data, proclamata dall’UNESCO, La Giornata Mondiale della Poesia già dal 2000, e che quindi oggi compie 21 anni !

L’istituzione di questa giornata è il doveroso riconoscimento alla capacità unica della Poesia di farsi portato dello spirito creativo della mente umana, fin dagli albori del linguaggio.

È quindi un invito a riflettere sul potere del linguaggio perché, se è pur vero che viviamo oggi nella società dell’immagine, come diceva Leonardo “la pittura è una poesia muta” e solo la poesia riesce a darci il Pensiero e le Parole che portino alla piena coscienza le emozioni suscitate dalle immagini.

Ed è anche un invito a riflettere sulle diversità linguistiche e di come l’espressione poetica offra alle lingue a rischio di scomparsa, e quindi anche ai dialetti, l’opportunità di essere ascoltate e riproposte all’interno delle loro comunità.

Come mirabilmente ci ricorda Hölderlin:
Ciò che resta, ce lo “donano” i poeti
(Was bleibet aber, stiften die Dichter)


Dedichiamo questo nostro contributo alla Giornata Mondiale della Poesia ad una poetessa che in questo giorno è nata, esattamente 90 anni fa, la compianta Alda Merini, con una sua breve poesia che vi proponiamo anche nella sonorità del nostro dialèt arşân.

Sono nata il ventuno a primavera

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.

Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

A sûn nasûda al vintun a premavèira

A sûn nasûda al vintun a premavèira
mo an al saiva mia che nasêr mâta,
squacer la tèra
présa scadnères ‘na guèra.

Acsè la Premavèira alşéra
la guèrda piovêr insém’agli êrbi,
sovr’ai formèint garbé
e la pians séimper la sira.
Forse l’é al so perghêr.

La versione in dialetto, tradotta da Paolo Gibertini, è qui recitata dal nostro Luciano Cucchi

Per l’occasione “primaverile”, il nostro declamatore ufficiale Luciano Cucchi, si è lasciato andare anche ad una sua composizione all’impronta di cui abbiamo solo il recitato

Premavèira l’am bósa * di Luciano Cucchi – (* Primavera mi bussa)

Equinozio





Equinozio: l’equinozio astronomico, il giorno in cui, due volte l’anno il giorno e la notte hanno perfettamente la stessa durata, è determinato dall’inclinazione dell’asse terrestre, che è una costante, e dal calendario Gregoriano che invece è una variabile, dato che si calcola a 365 giorni, contro i circa 365 giorni e 1/4 dell’anno astronomico.

Pur se compensato ogni quattro anni con l’introduzione dell’anno bisestile, la leggera differenza residua, accumulandosi, fa sì che l’equinozio astronomico presenti un’oscillazione di +1/-1 giorno rispetto al 20 del mese.

Si avrà quindi per un lungo periodo l’equinozio al 20, poi ancora al 21 ed anche al 19.


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