27 Gennaio 2021

Ci uniamo anche noi, convintamente, alla commemorazione del Giorno della Memoria, per portare il nostro modesto sassolino alla costruzione di quel grande muro di civiltà che ci divida, per sempre, dal territorio degli errori ripetuti .
UN PO’ DI STORIA
Come nasce il Giorno della Memoria ?
Questo giorno è stato istituito da una risoluzione dell’ ONU, precisamente la risoluzione 60/7 approvata dalla riunione plenaria del 1° Novembre 2005.
Perché si celebra il 27 Gennaio ?
Si è scelto di commemorare il giorno del 1945, quando i soldati russi entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz.
Il Giorno della Memoria in Italia
Già cinque anni prima l’Italia aveva formalmente istituito la giornata commemorativa nello stesso giorno 27 Gennaio, con la Legge n° 211 del 20 Luglio 2000.
La prima commemorazione vent’anni fa a Reggio 27/1/2001
Per la prima commemorazione da tenersi a Reggio nel 2001, il nostro Rolando Gualerzi fu coinvolto per la preparazione del discorso di un autorevole amministratore della città.
Qui di seguito alcuni passaggi tratti dai suoi
Appunti per un discorso alla città di Reggio Emilia,
che potete leggere integralmente al link di fine paragrafo.
“Non commemorare equivale all’oblio. Significa perdita di civiltà e perdita dell’identità di noi donne e uomini. E’ come non aver avuto presenza, distruggere la continuità del nostro esserci come comunità futura e presente e come esserci stati: non si dà umanità senza l’accadere della storia dell’uomo sulla terra, sotto il cielo.”
“L’oblio e la negazione di esperienze terribili come quella di cui oggi parliamo è una porta spalancata alla possibile ripetizione…!
“Platone ci ricorda che “la vera conoscenza è rammemorazione”. Abbiamo bisogno di una memoria ricordata e ripetuta nelle parole: una memoria, che educata al passato, parli alla contemporaneità e al futuro.”
“Bisogna assolutamente evitare di aggiungere al trauma del passato il trauma del colpevole dimenticare.”
Vedi il testo completo
Una voce dall’Oblio
E’ quella di Peter, bambino ebreo scomparso nel campo di concentramento di Terezín (Theresienstadt), giunta fino a noi sui versi della sua poesia Filo spinato, cui abbiamo voluto dar voce anche nel nostro dialetto.

FILO SPINATO
Su un acceso rosso tramonto,
sotto gl’ippocastani fioriti,
sul piazzale giallo di sabbia,
i giorni sono tutti uguali,
belli come gli alberi fioriti.
È il mondo che sorride
e io vorrei volare. Ma dove?
Un filo spinato impedisce
che qui dentro sboccino fiori.
Non posso volare.
Non voglio morire.
Peter da Terezin
FIL SPINÈE
Sótt al cēl ròss dal sól ch’al câla,
sótt al castâgni d’Éndia fiuridî,
sóvra la sâbia zala d’la piâsa,
i dé i’in tótt uguèl,
bèe come j êlber fiurî.
L’ē al mónd ch’al réd sótt vòuş
e mé a vrè vûler. Mo indóve?
Chè, drēda al fil spinèe
i fiōr fiurésen mìa.
An pôs mìa vûler.
An vòj mìa mûrir.
Versione in Arşân di P. Gibertini

Qui sotto il disegno del 1942 di una coetanea di Peter che era a Terezín, Helga Weissová, allora tredicenne. Helga è sopravvissuta a questa terribile esperienza. (Da notare come comunque la piccola artista, già molto dotata, non riesce a dare ai visi espressioni cattive o impaurite)

La voce di una testimonianza

Segnaliamo con piacere lo spettacolo di attori e burattini ispirato alla testimonianza di Ada Gentile, sopravvissuta di Auschwitz.
Lo spettacolo è una produzione della Fondazione Famiglia Sarzi, e sarà fruibile il 27 Gennaio sulla pagina Facebook della Fondazione stessa dalle ore 10.00 alle ore 22.00.
Collegamento diretto alla pagina Fecebook della Fondazione Sarzi
Collegamento alla pagina EVENTI del Comune di Reggio Emilia, con la presentazione in dettaglio dello spettacolo
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