Rafael Alberti

17 Aprile 1967 – La cittadinanza reggiana

Rafael Alberti e la moglie, Maria Teresa Leon

17 sono le cittadinanze onorarie conferite da Reggio Emilia ed una di queste, la quarta dopo la prima del 1949, fu conferita a Rafael Alberti nel 1967, proprio il 17 Aprile di cui oggi cade la ricorrenza.

Poeta spagnolo di origini italiane in esilio, ritenuto poeta civile. Ha pubblicato opere di poesia e teatro dal 1924.
Nel 1966 Reggio Emilia incontra il poeta spagnolo Rafael Alberti e se ne innamora. Al nostro teatro viene rappresentata una sua opera “El adefesio(titolo difficilmente traducibile senza conoscere il testo, potrebbe essere “Lo spauracchio“, anche se noi in dialetto diremmo forse “un bél apèli“) con regia di Ricard Salvat, Rafael e la moglie Maria Teresa si alzano in piedi – a fine spettacolo – per salutare la città che inizieranno a frequentare.

Così il 17 aprile 1967, il Consiglio comunale conferisce a Rafael la cittadinanza onoraria, riconoscendo il valore universale della sua opera come alta espressione dell’impegno culturale e civile dell’Europa contemporanea e rendendo il poeta spagnolo in esilio il primo cittadino onorario della nostra comunità con lo status di rifugiato.

La più alta aspirazione di Rafael è di poter rivedere la terra di Spagna, egli però è consapevole che “ogni popolo, ogni uomo libero, rappresenta un riferimento di solidarietà per i sentimenti e gli ideali di cui è così alto inteprete“.
Alberti – insieme a sua moglie Maria Teresa Leon – erano due intellettuali che credevano nella Repubblica e non volevano che la Spagna si trasformasse in una dittatura.
Sconfitti, nel 1939, trovarono asilo politico prima in Francia e poi – a causa della guerra – ripararono in Argentina fino a quando, nel 1963, l’Italia concesse a Rafael Alberti, in quanto italo-spagnolo, ed alla sua famiglia, protezione internazionale.

Rafael e Maria Teresa tornarono in Spagna, nel 1977, dopo la morte di Francisco Franco e il ritorno della democrazia.
Passarono 38 anni in esilio, aspettando la libertà.
E Reggio Emilia fu una loro casa.


Dov’è la mia casa? Dimmelo. Non la trovo.
Ma tutto è la mia casa… Dov’è il mio giardino?
Ma tutto è il mio giardino… E la fonte di marmo?
Qui tutto è la mia fonte… E la terrazza?
Tutte le tue terrazze con la mia… E i miei cieli?
So che tutti i tuoi cieli mi appartengono…
Ma, e i miei morti? Dimmi. Si, i miei morti
sono anche i tuoi…

Rafael Alberti

In dó ēla la me cà? Démel. An la cât mìa.
Mo tótt l’ē la mé cà… In dó ēl al mé giardèin?
Mo tótt l’ē al mé giardèin… E la pilèta ed mêrom?
Ché tótt l’ē la mé pilèta… E la trâsa?
Tóti al tó trâsi cun la mia… E i mē cēl?
A só che tótt i tó cēl în mē…
Mo, e i mē môrt? Dém. Sè, i mē môrt
în ânca i tó…

Traduzione di Paolo Gibertini

La versione in dialetto è recitata dal nostro Luciano Cucchi

La città di Reggio Emilia ospita il poeta spagnolo Rafael Alberti e la moglie Maria Teresa nel 1972 in occasione del suo 70° compleanno. Qui sopra le immagini di una Sala del Tricolore, piena di gente che applaude il poeta spagnolo, alla presenza del Sindaco Renzo Bonazzi.
(vedi qui il filmato Onore a Rafael Alberti, da cui sono estratte le immagini)
Per questa occasione, le piazze e i teatri della città per tre giorni omaggiarono Rafael Alberti, invitando a Reggio artisti e intellettuali da tutto il mondo.
L’anno seguente la città volle accogliere tra i suoi cittadini onorari anche Maria Teresa Leon, moglie di Rafael Alberti, come “esempio coerente di vita dedicata all’affermazione dei più alti ideali dell’antifascismo, della libertà, della democrazia e della pace” concedendole la cittadinanza onoraria il 18/4/1973.


Del 1972 data questa opera unica di Rafael Alberti, scritta da lui stesso nella traduzione di Ignazio Delogu, di questo suo enfatico omaggio alla Terra Emiliana, probabilmente composto a Reggio Emilia.
Da quegli anni questo cimelio onora una parete della sala principale del ristorante cittadino “Da Italo“, in via Sessi 14, di cui ringraziamo la titolare, Elena Morellini, per averci consentito di accedervi e fotografarlo, così da poterlo divulgare.

Con tutta probabilità non esiste nemmeno il testo in spagnolo di quest’opera, nata in Italia forse di getto alla presenza di Delogu che l’ha finalizzata in italiano.
Speriamo con questo nostra piccola divulgazione di farle raggiugere un pubblico più vasto, insieme alla nostro omaggio di una versione nel nostro dialetto reggiano.

Alla terra Emiliana

Qui la forte Italia d’Emilia,
il giorno sorto dal sangue,
la salda luce solidificata
per sempre eretta,
l’oro indistruttibile,
dura medaglia della Resistenza.

Figli di questa terra corsero a seminarsi
nei solchi di Spagna.
Oggi vengo a vedervi, a sentire con voi
La sua temperie, a dirvi
Le parole più fervide.

Lontano da quei luoghi, e da gran tempo,
più che mai vivo,
figli d’Italia, compagni dell’Emilia,
vengo a guardarmi in voi, specchio
che dà l’immagine esatta dell’amore,
della grata fatica,
della pace, della lotta, della giustizia.

Rafael Alberti

A la tèra dl’Emilia

Ché l’Italia fôrta dl’Emilia,
al dé nasû dal sângov,
la lûş fèirma e dûra
tirêda só per sèimper,
l’ôr pió etêren,
la dûra mdâia d’la Reşistèinsa.

Di fiō ‘d ch’la tèra ché j’in córs a semnêres
in di sōlch de Spagna.
Incō vègn a catêrov, a sintir vôsch
l’aria ch’a gh’é, a dîrov
al parôli pió chêldi.

Luntan da chi sît là, e da tânt tèimp,
pió vîv che mai,
fiō d’Italia, cumpâgn dl’Emilia,
vègn a guardêrom in vuêter, spècc
ch’al dà al quêder precîş ed l’amōr,
d’la dōl
sa fadiga,
d’la pês, d’la lôta, d’la giustéssia.


Traduzione di Paolo Gibertini

La poesia in dialetto è recitata dal nostro Luciano Cucchi

Il passaggio sui figli d’Emilia andati a seminarsi nei solchi di Spagna fa riferimento ai volontari delle Brigate Internazionale che confluirono in Spagna per unirsi al popolo spagnolo che combatteva per la democrazia.


Alberti nacque ad El Puerto de Santa María, una cittadina poco distante da Cadice (in Andalusia), il 16 dicembre del 1902 da una benestante famiglia di origini italiane, e morì a Cadice il 28/10/1999.
A 37 anni lasciò la Spagna per rientrarvi solo settantacinquenne, così che l’ultima e più matura parte della poesia scritta in Spagna è limpida espressione del suo testimoniare l’adesione incondizionata alla Repubblica e l’accentuato antifranchismo.

Di quel periodo siamo stati particolarmente colpiti dalla poesia Galope, che si trova in una sua raccolta del 1938, sotto il titolo El poeta en la calle (Il poeta per la strada). La poesia è dedicata da Alberti ai soldati repubblicani che lottarono nella Guerra Civile spagnola contro i franchisti, e si avvale della simbologia del galoppo di un cavallo per simbolizzare la passione e la forza necessarie par sconfiggerli.


Galope

Las tierras, las tierras, las tierras de España,
las grandes, las solas, desiertas llanuras.
Galopa, caballo cuatralbo,
jinete del pueblo,
al sol y a la luna.
¡A galopar,
a galopar,
hasta enterrarlos en el mar!

A corazón suenan, resuenan, resuenan
las tierras de España, en las herraduras.
Galopa, jinete del pueblo,
caballo cuatralbo,
caballo de espuma.
¡A galopar,
a galopar,
hasta enterrarlos en el mar!

Nadie, nadie, nadie, que enfrente no hay nadie;
que es nadie la muerte si va en tu montura.
Galopa, caballo cuatralbo,
jinete del pueblo,
que la tierra es tuya.
¡A galopar,
a galopar,
hasta enterrarlos en el mar!

Rafael Alberti

Recitazione cantata di Paco Ibáñez 1993
Barcellona alla presenza del Maestro

A galupêr

Al tèri, al tèri, al tèri de Spagna
al grândi, al spêrsi, deşêrti pianûri.
Galôpa, caballo cuatralbo,
cavâl dal mé pôpol,
al sōl e a la lûna.
A galupêr,
A galupêr,
fîn a suplîri ind al mêr!

A sòunen, arsòunen, arsòunen al mé cōr
al tèri de Spagna sòta i fèrr di cavâj
Galôpa, cavâl dal mé pôpol,
caballo cuatralbo,
cavâl fât de s’cióma.
A galupêr,
A galupêr,
fîn a suplîri ind al mêr!

Nisûn, nisûn, nisûn in fròunt gh’ ē nisûn
s’la ’t gnēss anch in grôpa la mort l’ē nisun
Galôpa, caballo cuatralbo,
cavâl dal mé pôpol,
che la tèra l’ē tua.
A galupêr,
A galupêr,
fîn a suplîri ind al mêr!


Traduzione di Gian Franco Nasi

La versione in dialetto è recitata dal nostro Luciano Cucchi

NOTA DEL TRADUTTORE
Una poesia di ritmo, una poesia popolare capace d’innalzare l’impeto di chi l’ascolta con la martellante risonanza dei suoi versi, e che nell’apparente semplicità mi ha imposto delle scelte precise, per cercare di rispettare la metrica, le cadenze e l’incedere.
La più rilevante è stata quella di mantenere nella versione in dialetto il personaggio simbolico della poesia, il caballo cuatralbo col suo appellativo originale in spagnolo. Questo richiede però un minimo di spiegazione:
Un cavallo cuatralbo in spagnolo significa un balzano con le balze bianche sulle quattro zampe quindi, per definizione, un vero cavallo balzano per sottolinearne meglio l’impetuosità inarrestabile. Ed anche la figura del cavallo, così importante nell’iconografia spagnola, e che sottintende sia il cavallo che il cavaliere, ma anche il popolo stesso.
Concetti quindi variegati ed importanti intrecciati nell’accostamento di queste due parole, non a caso come solo i grandi poeti sanno fare. Ecco quindi il motivo per cui ho deciso di tenere queste due parole nella loro versione originale.


Il sodalizio con Rosanna Chiessi

1971 a casa di Rosanna a Reggio

1985 a casa di Rosanna a Cavriago

Nel commemorare la lunga amicizia che ha legato Rafael Alberti a Reggio Emilia, non possiamo esimerci dal ricordare il fruttuoso sodalizio artistico che instaurò con la nostra concittadina Rosanna Chiessi, a partire dal 1970 fino al 1990.

È in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria nel 1967 che Rafael Alberti, negli incontri tenuti con amministratori, artisti ed intellettuali di Reggio, conosce anche Rosanna Chiessi, che già si muoveva in campo artistico promuovendo edizioni e esposizioni di artisti di valore nazionale.
Una conoscenza sviluppata successivamente a Roma, dove anche Rosanna risiedette tra la fine degli anni 60 e l’inizio dei 70, e che sfociò in una collaborazione artistica che continuerà anche dopo il rientro di Rosanna a Reggio.

Tra il 1969 e 1985 quindi  furono realizzate una serie di edizioni curate dalla Chiessi con la propria sigla editoriale d’arte “PARI & DISPARI”, tra le quali ricordiamo “Alberti per Picasso” nel 1971, “Gli 8 nomi per Picasso” nel 1972, “Le 4 stagioni” nel 1985.
Per un approfondimento sulle edizioni realizzate firmate da Rafael Alberti e edite da Rosanna  Chiessi, rimandiamo qui al sito ufficiale di PARI & DISPARI ►


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