Dilio

DILIO

Tu jòdis, Dìli, ta lis acàssis
’a plùf. I ciàns a si sgòrlin
pal plan verdút.

Tu jòdis, nìni, tai nùstrìs cuàrps
la frès-cie rosàde
dal timp pîerdût.

DILIO

Tu vedi, Dilio, sulle acacie
piove. I cani si sfiatano
pel piano verdino.

Tu vedi, fanciullo, sui nostri corpi
la fresca rugiada
del tempo perduto.

DILIO

Té t’ved, Délio, sòuvra  al gazí
a piôv. I cân se šgolen
pr’al piân vèrdein.

Té t’vèd, putèll, sòuvra ai nôster côrp
la frèsca rušêda
dal tèimp perdû.

La versione in dialetto Reggiano è recitata dal nostro Luciano Cucchi
I sottotitoli possono essere scelti tra Italiano e Friulano (inserito come Interlingua). Vai sul tasto impostazioni per effettuare la scelta.

Nota:
E’ la poesia in cui compare la parola “rosàde”. Un amico di Pasolini dal nome Dilio è citato in e in una poesia inviata con una lettera a Luciano Serra nel luglio 1941. Inoltre, in un’altra poesia allegata alla stessa lettera (Uomini come voi), Pasolini elenca nomi di fanciulli e parti del corpo che li rappresentano  «Tu Bepi, mano che stringi i bovi, voi, occhi / sorridenti di Pietro, tu, Dilio, risveglio / di sensi, ed alto sopra l’incudine, Melio.»


ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER PER RICEVERE OGNI VOLTA LA SEGNALAZIONE DI UN NUOVO POST

DISCLAIMER | COOKIE POLICY | PRIVACY POLICY

Lascia un commento